di Alessio Mannino Qualche morto doveva scapparci. E infatti ci è scappato. Non era stato ancora approvato il piano di lacrime e sangue del governo di Atene, ed ecco che i rivoltosi in sciopero generale sono diventati i "cattivi" che aggrediscono e uccidono. È cominciata fin da subito la criminalizzazione dello spontaneo e sacrosanto moto di protesta del popolo greco. Tre, diconsi tre, ragazzi, frettolosamente marchiati senza uno straccio di prova come generici "anarchici", hanno dato fuoco con bombe incendiarie all'interno di una banca ateniese provocando altrettante vittime fra i dipendenti (fra cui, particolare su cui si sofferma la cronaca partigiana dei media, una madre ancora incinta). (...)