Un anno fa era Mario Draghi, a essere caldeggiato come il sostituto ideale di Berlusconi a Palazzo Chigi. Non certo come leader di un nuovo partito, visto che già faceva il governatore della Banca d’Italia e lo faceva cosìbene, ma nei panni dell’outsider di lusso. Il superprofessionista che interviene una tantum, in soccorso di quei pasticcioni della politica che si sono infilati in un vicolo cieco e non sanno più come uscirne. Il manager strapagato che di regola sta al servizio dei privati, con reciproca soddisfazione, e che però, di fronte all’emergenza che affligge la Patria, accetta di trasformarsi in “civil servant”, sobbarcandosi l’ingrato compito di rimettere le cose in ordine. di Federico Zamboni (nel Quotidiano) Vedi anche: “Ieri in banca, oggi al governo” – Mensile n. 22, Luglio 2010 “Salvaci tu, grande banchiere” – Quotidiano 12 novembre 2010