L’obiezione è ineccepibile, ancorché nell’ambito di una strategia complessiva che resta quanto mai odiosa: nella lettera che Berlusconi ha trasmesso alla Ue lo scorso 26 ottobre, allo scopo di rassicurarla su ciò che il governo italiano intenderebbe fare in tema di riforme economiche e di riduzione del debito pubblico, mancano totalmente le cifre. Ovverosia l’indicazione dettagliata di ciò che quella sfilza di “buoni” propositi dovrebbe produrre all’atto pratico. Come sottolinea Olli Rehn, commissario agli Affari Economici, «Non c’è un’analisi economica delle misure o l’impatto sul bilancio e nemmeno i dettagli della riforma del lavoro». (nel Quotidiano)