Tutti impressionati e, diciamolo pure, anche un po’ gongolanti alla diffusione dei dati del Pil cinese in calo. Contro le aspettative, l’indice della ricchezza del gigante asiatico ha totalizzato “solo” il +7,6% nel primo trimestre del 2012. Le altre realtà economiche del mondo, specie quelle in piena decadenza, USA ed Europa in testa, hanno emesso un grugnito di soddisfazione, di fronte a quella percentuale. Che però hanno dovuto subito ingoiare, appena diffusi i dati sull’andamento del mercato immobiliare cinese, tutt’altro che in flessione. Ferme restando le rigidissime misure amministrative antispeculative, per evitare la creazione di una bolla immobiliare alla irlandese o alla spagnola, Pechino, che ancora gode di pienissima sovranità da questo punto di vista, ha abbassato il costo del denaro, proprio in risposta al rallentamento delle performance economiche. Riscontro immediato: a giugno la compravendita di immobili è schizzata in alto del 40%, rispetto al mese precedente. Un boom che fagocita la lieve flessione, nel settore, verificatasi nella prima parte dell’anno, e che soprattutto dimostra come le potenzialità cinesi di ulteriore crescita siano ancora molte e inespresse. di Davide Stasi (nel Quotidiano) Leave a comment