Non son d’accordo con Massimo Fini: l’ozio non è rivoluzionario. È resistenza individuale al lavoro oppressivo e opprimente, dunque semmai è boicottaggio, ribellione. Uno sciopero, se usato come arma di pressione, può essere rivoluzionario. Ma l’oziare in sé lascia le cose come stanno. Il diritto all’ozio, se esistesse, sarebbe come la decrescita felice: ottima prospettiva finale, ma inservibile come leva di sedizione. Parto da qui, rifacendomi al bel dibattito di Taggia in cui era presente anche Federico Zamboni, per riflettere sulla psicologia del giovane precario. di Alessio Mannino, Per Abbonati Leave a comment