Caro Direttore, mi ci sono voluti tre giorni per superare l’impatto del violento e insultante attacco a freddo di Massimo Fini il quale ha voluto far sapere ai lettori del “Fatto” del 23 scorso di preferire senz’altro Mara Carfagna a me, il che consola tutti, me per primo. Avevo in un primo momento rinunciato a rispondere ma poi mi sono chiesto se - al di là degli insulti banali e gratuiti – ci fosse per caso un senso politico nascosto in quell’invettiva. E penso di averlo finalmente trovato analizzando, più che gli argomenti, la violenza quasi fisica di Massimo Fini. Tralascio tutte le banalità aggressive che Fini spende sul mio itinerario politico, comune a una parte di italiani di sinistra come me i quali, disperati e incazzati per l’arrogante inconsistenza della sinistra italiana post-comunista, tentarono di influenzare la consolidata vittoria di Berlusconi, verso la promessa rivoluzione liberale mille volte annunciata e poi risoltasi in una involuzione illiberale, sempre avendo di fronte una sinistra incapace di capire, prima ancora di agire.(leggi in Archivio Fini)