il Corriere febbraio 1986 Tel Aviv, gennaioIl vecchio arabo, vestito con logori panni europei, salì sull' autobus portando a spalla un ammasso di arance raccolte in una reticella verde. Aveva i capelli grigi e un viso largo, gonfio. Ansimava. Più a gesti che a parole chiese al bimbetto ebreo, con la classica kippà (papalina) in testa, che era seduto quasi in fondo all'autobus, se poteva appoggiare il sacco sulle sue ginocchia. Il bimbo prese il sacco aiutando l'arabo a sistemarlo. Immediatamente una signora che sedeva nella fila dietro lo redarguì con asprezza: «Cosa fai? Sei pazzo? Quelle potrebbero essere delle bombe». A queste parole, altra gente si alzò, il sacco fu strappato dalle mani del bambino, rivoltato, frugato, alcune arance caddero e rotolarono sotto i sedili (...) Leave a comment