di Federico Zamboni Più di venticinque anni in attesa di avere giustizia, e ora tutto quello che si profila è qualche condanna a un massimo di due anni. Dopo le innumerevoli difficoltà incontrate nel portare avanti il processo, che compete alla magistratura indiana ma che è andato a cozzare contro le resistenze dei giudici statunitensi a consentire a un Paese straniero di schiaffare una grande società Usa sul banco degli imputati, finalmente ci si approssima a un verdetto di colpevolezza. Che però, in ogni caso, sarà alquanto lieve nell’entità e lascerà comunque impunito il personaggio di maggior spicco: quel Warren Anderson che all’epoca dei fatti era il presidente della Union Carbide e che ormai, anche perché è a un passo dal compiere i novant’anni, è certo di non correre più nessun rischio. (...)